Guida all’isola di Keyodhoo alle Maldive

Guest House alle Maldive - Boaveli Maldives - Guida all’isola di Keyodhoo alle Maldive

Keyodhoo è una delle isole di pescatori che negli ultimi anni ha rapito il cuore di tanti viaggiatori alla ricerca dell’autentico spirito maldiviano. Si tratta di un’isoletta di circa 800 abitanti, sulla quale sorgono una manciata di guesthouse pronte ad accogliere calorosamente turisti da tutto il mondo. Scopriamo quindi nel dettaglio Keyodhoo, cosa offre e perché è così speciale.

L’isola di Keyodhoo

Questa isoletta sorge nell’atollo di Vaavu (chiamato anche Felidhoo), situato a sud della capitale Malé, e raggiungibile in meno di un paio d’ore di barca veloce. Accogliendo un numero di abitanti tutto sommato consistente rispetto ad altre isolette, Keyodhoo dispone di un centro medico: quando la popolazione non raggiunge le 700 persone, sulle isole non è possibile ricevere assistenza sanitaria ma è necessario spostarsi nelle località vicine dotate di ambulatori o ospedali. Questo fattore è di estrema importanza soprattutto se si viaggia con bambini piccoli e si desidera vivere il soggiorno maldiviano in tranquillità.

Oltre al centro medico, a Keyodhoo sorge anche una moschea, dove gli abitanti (tutti musulmani ortodossi) possono praticare il loro culto. Si tratta di una struttura semplice ma accogliente e ben curata, dall’esterno bianco candido e circondata dal verde delle piante tropicali che crescono rigogliose sull’isola.

Il villaggio di Keyodhoo è costellato di case di piccole dimensioni, molto graziose per via dei colori sgargianti con i quali sono state dipinte dagli abitanti: azzurro, rosa, arancione, giallo… Tonalità che danno il buonumore e infondono tranquillità a chi le osserva.

Le strade sono strette, non asfaltate ma battute, e si adattano perfettamente al passaggio di (pochi) motorini e biciclette. Le auto a Keyodhoo sono pressoché inesistenti: un toccasana per scacciare lo stress e distaccarsi dalla frenesia della quotidianità.

La vita su quest’isoletta dell’atollo di Vaavu è semplice e scorre lenta, pacifica, a braccetto con i ritmi della natura. I pescatori si svegliano all’alba per sistemare la loro attrezzatura e uscire in mare con le barche tipiche -i dhoni– alla ricerca di pesce fresco. Tutta l’economia locale si basa esclusivamente sulla pesca e, negli ultimi anni, sul turismo che sta portando sempre più viaggiatori a Keyodhoo.

Mentre i ragazzi e gli uomini sono impegnati in mare o nel piccolo porticciolo, i bambini frequentano la scuola elementare, e nel tempo libero giocano allegramente in strada facendo tesoro delle semplici cose a loro disposizione: una bicicletta a ruotini, qualche pallone, una rete per la pallavolo (lo sport nazionale maldiviano)… a Keyodhoo è presente soltanto una scuola elementare: per accedere ai gradi superiori, i ragazzi devono per forza spostarsi nelle isole più grandi o nella capitale. 

Le donne, dal canto loro, si occupano principalmente della cura della casa e dei figli, oltre a preparare deliziosi pasti tradizionali per tutta la famiglia. Non è raro vederle passeggiare per le vie di Keyodhoo con i loro veli colorati, e sgranare verdure sedute in strada, tra una chiacchiera e un timido sorriso rivolto ai passanti stranieri.

Il venerdì e il sabato sono giorni di festa a Keyodhoo: la popolazione si reca in moschea per pregare e tutte le attività restano chiuse. La domenica, invece, la vita ritorna a scorrere normalmente e anche la scuola apre le sue porte agli studenti. 

La vera protagonista di Keyodhoo

Nonostante siano presenti sull’isola tutti i servizi essenziali, che garantiscono agli abitanti e ai viaggiatori il necessario per vivere in tranquillità, la vera regina di Keyodhoo resta la natura. Qui il mare color smeraldo incontra il blu del cielo, che si infuoca all’ora del tramonto e prende le sfumature del rosa con l’alba.

Inquinamento acustico e luminoso sono pressoché inesistenti: qui il silenzio viene interrotto soltanto dal rumore del mare, e dallo scroscio delle fronde degli alberi accarezzati dalla brezza. Di notte è possibile ammirare un cielo stellato mozzafiato, grazie alla quasi totale assenza di luci artificiali

Il mare è il vero spettacolo di Keyodhoo: una fauna marittima composta de centinaia di migliaia di specie diverse tutte da scoprire tramite snorkeling e immersioni, che per chi si reca sull’isola sono assolutamente imperdibili. La barriera corallina che circonda l’isola è l’habitat di centinaia di pesci coloratissimi e di specie affascinanti come gli squali nutrice, all’apparenza minacciosi ma dall’indole docile. Sull’isola è possibile vivere un’esperienza indimenticabile nuotando al fianco di questi esemplari maestosi: l’importante è non infastidirli e non tentare di toccarli. 

Anche la vegetazione, verde e rigogliosa, non può non attirare l’attenzione a Keyodhoo: palme da cocco, banani, hibiscus e altri fiori tropicali, fanno da cornice a un villaggio in cui il tempo pare fermarsi. 

Le giornate terminano con il calar del sole, quando alcuni pescatori escono per battute di pesca notturne, mentre il resto della popolazione si concede finalmente un’abbondante cena, ovviamente a base di pesce. 

Sull’isola sono presenti due bar (Cafe Athari Baa e Royal Taste) e un ristorante-pizzeria italiano (Ocean Pizza and Bakery), dove è possibile recarsi per un pasto o semplicemente per una bibita e quattro chiacchiere con i proprietari e gli altri avventori. Il tempo libero viene riempito con partite a carte, scacchi, ping pong o pallavolo: momenti all’insegna della semplicità che aiutano i viaggiatori a riscoprire il valore delle piccole cose. Sono presenti anche alcuni punti vendita e negozietti di souvenir, dove procurarsi beni di prima necessità e ricordi da portare con sé alla fine del viaggio.

Al largo dell’isola di Keyodhoo si trova un relitto semi sommerso, divenuto uno dei simboli dell’atollo di Vaavu e una delle attrazioni più apprezzate dai turisti, che ne amano postare gli scatti sui social media.

Si presume che il vascello affondato provenisse dall’Indonesia, ma non ci sono prove certe che confermino questa teoria. Ormai costellato di alghe e coralli, il relitto suscita contemporaneamente una sensazione di meraviglia e sgomento per la tragedia che potrebbe essere avvenuta qui anni e anni orsono. I sub più esperti (e dotati di licenza apposita) possono anche addentrarsi tra le cabine del vascello e immortalare la famosissima bicicletta ancorata al ponte. 

Le guesthouse di Keyodhoo 

Per quanto piccola, l’isola di Keyodhoo accoglie oggi ben 11 guesthouse di cui una buona parte a gestione italiana.

Le guesthouse, di cui avevamo parlato nel dettaglio qui, sono strutture ricettive in mano a host privati, che trasformano parte o la totalità della propria abitazione in sistemazioni per i viaggiatori. Al giorno d’oggi si tratta di una delle soluzioni che va per la maggiore, per questo molte strutture sono state rinnovate e rese ancora più accoglienti con bagni privati in ogni stanza, aria condizionata, ristoranti interni, aree comuni e spiagge private in cui prendere il sole indisturbati.

Molti europei (e non) dopo aver scoperto la tranquillità di Keyodhoo, hanno deciso di prendervi dimora fissa e dedicarsi all’ospitalità, collaborando con i maldiviani per regalare ai viaggiatori esperienze indimenticabili.

Grazie a questa massiccia presenza di italiani sull’isola, anche tanti dei locali parlano e comprendono la nostra lingua, facilitando ancor di più l’accoglienza e l’integrazione dei nuovi arrivati. 

I gestori delle guesthouse offrono solitamente sistemazioni in camere doppie, triple o quadruple, con trattamento di mezza pensione o pensione completa, ed escursioni incluse nel prezzo: pesca all’alba o in notturna, snorkeling nella barriera corallina, nuoto con gli squali nutrice, visite alle isole deserte e lingue di sabbia… Il tutto a cifre più che abbordabili, soprattutto se rapportate con le richieste dei resort di lusso che popolano gli atolli maldiviani.

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